Lo studio dei processi di classificazione implicati durante la procedura di card sorting determina l'esigenza di una trattazione più approfondita delle modalità di categorizzazione da un punto di vista teorico.

Nel corso della propria vita, gli esseri umani sono esposti ad un ininterrotto flusso di stimolazioni in continuo cambiamento provenienti dall'ambiente esterno. Per far fronte a questa enorme quantità di informazioni, le persone sono costrette ad elaborare cognitivamente ed a riorganizzare gli stimoli in maniera appropriata. La categorizzazione è il fondamentale processo che regola questa attività cognitiva, attraverso la quale la grande varietà di input percettivi viene progressivamente ricondotta ad un ridotto numero di classi di equivalenza chiamate categorie (Schyns, 1997). Così risulta possibile trattare stimoli diversi allo stesso modo, etichettarli con lo stesso nome, od eseguire su di essi una stessa azione (Mervis & Rosch, 1981).

In questo modo, un evento non viene percepito nella sua unicità, ma piuttosto come il rappresentante di una categoria, ossia come esemplare di un concetto (Benjafield, 1999). I diversi esemplari dello stesso concetto condividono una serie di attributi, che possono assumere dei valori diversi. Per esempio, gli esemplari del concetto libro condividono gli stessi attributi di pagina, carattere di testo e copertina, ma possono variare tra di loro, ossia le pagine possono essere di diverse dimensioni, e la copertina può essere rigida o paperback (ibidem).

In ambito filosofico e psicologico la formazione dei concetti e i processi di categorizzazione hanno da sempre occupato un ruolo fondamentale. In particolare, le due questioni principali analizzate sono state la natura dei concetti e la loro funzione (Macchi, 1999). A questo riguardo, la ricerca psicologica ha individuato due funzioni primarie dei concetti, vale a dire quella di favorire l'economia cognitiva e quella di favorire le inferenze. In primo luogo, infatti, i concetti permettono di ridurre la quantità di informazioni da serbare in memoria, ossia il carico cognitivo (ibidem; Rosch, 1988). Per esempio, non è necessario che ricordiamo tutti gli esemplari di gatto che abbiamo incontrato nel corso della nostra vita, ma è sufficiente ricordarne solo alcuni che siano rappresentativi della categoria. In secondo luogo, i concetti hanno la funzione di favorire le inferenze. Infatti, se si è categorizzato un esemplare come appartenente ad una particolare categoria, per esempio quella dei gatti, sarà semplice inferire alcune sue proprietà, come quella di miagolare, anche quando esse non sono immediatamente percepibili o sono nascoste (Macchi, 1999).

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