Negli anni passati sono stati condotti alcuni studi sul comportamento delle persone che effettuano delle ricerche. Alcuni prendono in esame le ricerche di tutti gli utilizzatori di un computer, molti si concentrano su quelle effettuate nel Web, altri restringono il campo ai soli MdR.

Di seguito saranno descritti alcuni di questi studi, presentando teorie e risultati collegati all'Indagine del presente documento.

In un suo studio, Nielsen (1997) identifica in più della metà, la percentuale delle persone del tipo search-dominant, cioè che adottano una strategia cognitiva basata sulla ricerca diretta e attiva delle informazioni di cui hanno bisogno. ll 20%, invece, sono del tipo like-dominant, cioè impiegano una strategia cognitiva basata sull'acquisizione di informazioni ottenuta per il passaggio dalle prime pagine ad altre attinenti, in un percorso non pianificato inizialmente. La restante parte adotta una strategia mista, sia "search-dominant" sia "like-dominant".

In Navarro-Prieto, Scaife, Rogers (1999), gli autori evidenziano tre strategie che gli utenti mettono in atto nel momento della ricerca. Esse sono:

strategia top-down. Quando cerca l'informazione, il navigatore inizia da un'area generica per arrivare, attraverso categorie o link, all'obiettivo della ricerca (per esempio, quando cerca in una directory);

strategia bottom-up. Il navigatore digita delle parole chiave specifiche nel MdR, con l'obiettivo di ottenere dei risultati il più possibile attinenti e specifici;

strategia mista. Sia top-down sia bottom-up, in parallelo.

Attraverso i loro dati empirici, Navarro-Prieto e coll. (1999) suggeriscono che i navigatori esperti pianifichino preventivamente il modo in cui condurre la ricerca, utilizzando strategie sia bottom-up sia top-down (strategia mista) e riconoscendo quando sia preferibile cercare l'informazione tra le categorie o andare direttamente all'obiettivo specifico.

I navigatori non esperti, invece, si lasciano guidare dalla rappresentazione esterna che si presenta loro, adottando a volte una ricerca top-down, a volte una di tipo bottom-up, ma mai una strategia mista.

Inoltre gli autori sostengono che occorre espandere il concetto di inter-attività con l'interazione tra l'utente, il compito e l'informazioni che sono presenti nel Web. Rivisitando la letteratura e l'interazione con gli "hypermedia system", Navarro e colleghi suggeriscono l'importanza di indagare su ognuno dei seguenti tre fattori:

l'esperienza dell'utente e le strategie cognitive messe in atto;

il tipo di compito di ricerca;

come si presentano le informazioni nel Web e come esse influenzano l'utente.

In un altro studio, Broder e coll. (2002) si concentrano sugli intenti dei navigatori e in accordo ad essi classificano le ricerche sul Web in:

Navigational. ll navigatore ha come intento l'acquisire informazioni assumendo la presenza di una o più pagine che trattano dell'argomento a cui è interessato.

Informational. Il navigatore ha l'intento immediato di cercare un sito in particolare. Egli ha in mente un sito specifico perchè lo ha già visitato in passato o è solito visitarlo, oppure perchè assume che comunque esista in Internet.

Transactional. L'intento del navigatore è ricercare un sito che gli dia la possibilità di un'interazione successiva. Per esempio trovare un prodotto on-line da acquistare, trovare immagini o musica da scaricare, accedere a database contenenti informazioni sicure (per esempio Pagine Gialle).

Come le persone cerchino le informazioni nelle loro e-mail, nei loro file e nel Web, hanno tentato di verificarlo anche gli autori in Teevan, Avarado, Ackerman, Karger (2004).

Secondo Teevan e coll., gli utenti non vanno direttamente all'obiettivo utilizzando una ricerca tramite parole chiave, ma procedono per step. Essi usano le categorie, partendo da siti che danno informazioni più generiche per arrivare poi all'oggetto della ricerca. Il vantaggio della strategia di tipo orientativo sarebbe data dal fatto che i partecipanti traggono beneficio dalle informazioni contestuali per arrivare all'obiettivo finale.

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