Kurosu e Kashimura 1995 hanno studiato il ruolo che l'estetica di un'interfaccia ha nel determinare l'atteggiamento degli utenti verso i sistemi computerizzati. I due autori hanno analizzato la relazione tra la percezione a priori della facilità d'uso (l'usabilità apparente) di un sistema di Bancomat e le caratteristiche estetiche dell'interfaccia. Nel loro studio hanno sviluppato diverse versioni di Bancomat identiche per numero di tasti e funzionamento, che differivano solo per la disposizione degli elementi dell'interfaccia.

Variabili

Furono prese in considerazione sette variabili indipendenti considerate come le determinanti dell'usabilità inerente2 dei layouts Bancomat. Esse riflettono le strategie di progettazione utilizzate dai designers delle interfacce Bancomat. Le riportiamo, quindi, raggruppate secondo tali strategie; gli elementi tra parentesi indicano le misure adottate:

strategie di efficienza cognitiva:

1)sequenza dello sguardo (distanza in centimetri tra il centro del display principale e l'angolo in alto a sinistra dello schermo). Il display principale dovrebbe essere posizionato nell'angolo in alto a sinistra in quanto l'utente potrebbe iniziare a guardare lo schermo da quella posizione e dirigere poi lo sguardo verso destra. Siccome il display principale mostra informazioni necessarie per le operazioni successive, dovrebbe essere visto dall'utente per primo nella sequenza delle operazioni.

2)Familiarità (tipo di tastiera). La tastiera numerica dovrebbe essere organizzata come quella telefonica (1 2 3 nella riga in alto) piuttosto che come quella della calcolatrice (7 8 9 in alto), perché la prima modalità è più familiare per l'utente medio. L'allineamento orizzontale non è raccomandato a causa dell'inefficienza motoria della mano e la possibile parallasse causata dallo spessore del vetro soprastante.

3)Raggruppamento (numero di raggruppamenti). I tasti dovrebbero essere raggruppati in base alle loro funzioni. Questo deriva dal concetto di raggruppamento percettivo teorizzato dalla psicologia della Gestalt.

strategie di efficienza operativa:

4)Sequenza operativa 1 (tipo di sequenza). I tasti numerici speciali dovrebbero essere organizzati da valori alti a valori bassi, sulla base della considerazione dell'ordine delle operazioni.

5)Dominanza della mano ( distanza in centimetri tra il centro del tasto 5 e il margine destro dello schermo). La tastiera numerica dovrebbe essere posta sul lato destro dello schermo.

6)Sequenza operativa 2 (distanza in centimetri tra il centro del tasto Yen e l'angolo in basso a destra dello schermo). Il tasto della valuta (Yen) dovrebbe essere posto nell'angolo in basso a destra dello schermo.

7)Strategia di sicurezza (distanza in centimetri tra il centro del tasto cancella e il centro del tasto 5). Il tasto cancella dovrebbe essere distante dal blocco principale della tastiera per evitare pressioni involontarie.

Le variabili dipendenti considerate erano due: usabilità apparente ed estetica. I partecipanti dovevano valutare ogni layout di Bancomat circa la sua (apparente) facilità d'uso e la sua bellezza (estetica), utilizzando scala da 1 a 10.

Procedura

1) Generazione dei layout

I layout da valutare furono prodotti da un campione di soggetti, a partire da un insieme fisso di elementi grafici. Lo schermo campione fu preso da un dispensatore di banconote (ATM) dotato di 10 tasti numerici, due tasti speciali (migliaia e decine di migliaia), il tasto dello Yen e il tasto cancella. Vi erano anche un display primario, con la funzione di mostrare le operazioni da svolgere e uno secondario che forniva un feedback circa lo stato del sistema, entrambi di tipo grafico.

Un gruppo di 26 soggetti composto da 9 progettisti di GUI (Graphic User Interface - interfacce utente grafiche), 6 industrial designers, 8 ingegneri e 3 segretarie, curò la disposizione di tali elementi sullo schermo del computer in maniera tale che la stessa fosse per loro ottimale. Le 26 configurazioni emerse da tale esperimento furono in seguito utilizzate come stimoli per la fase di valutazione. Di ognuno di questi layouts, sulla base delle strategie volte a garantire alta usabilità inerente sopra elencate, fu successivamente quantificato il grado effettivo di usabilità inerente.

2) fase di valutazione

I 26 layout generati nella fase precedente, furono valutati da 252 soggetti lungo le dimensioni della funzionalità e dell'estetica. I soggetti utilizzarono due scale a 10 punti, valutando quanto semplice (usabilità apparente) e quanto bella (estetica) sembrava loro l'interfaccia per ogni layout.

I risultati dell'esperimento mostrarono una correlazione relativamente alta tra i giudizi estetici e quelli riguardanti l'usabilità apparente, ossia la facilità d'uso percepita dall'utente prima dell'effettivo utilizzo del sistema (r = .59). Questo significa che, nella maggior parte dei casi, un'interfaccia giudicata come bella, era anche giudicata come apparentemente facile da usare.

Furono poi calcolati i coefficienti di correlazione e i coefficienti di contingenza (per le variabili indipendenti a scale nominali) dei valori dell'usabilità inerente dei vari layouts generati nella prima fase (quindi l'effettivo grado di usabilità dettato dall'applicazione delle strategie), con i valori riguardanti l'usabilità apparente dei layouts assegnati nella seconda fase e, in molti casi, furono ottenute correlazioni inaspettatamente basse, come descritto nella seguente tabella:

Tabella 2 Correlazione tra layouts aventi alta usabilità apparente e la loro effettiva usabilità (fonte: Kurosu e Kashimura 1995)
1.1 sequenza dello sguardo 0.0
1.2 familiarità 0.730
1.3 raggruppamento 0.075
2.1 sequenza operativa 1 0.113
2.2 dominanza della mano -0.127
2.3 sequenza operativa 2 -0.306
2.3 strategia di sicurezza 0.137
Questo significa che l'usabilità inerente e l'usabilità apparente sono risultate scarsamente correlate in questo esperimento. Se un layout rispettava i valori suggeriti dalle strategie dell'usabilità inerente, i soggetti non lo giudicavano necessariamente come più semplice da utilizzare. Ciò si potrebbe riassumere dicendo che non è detto che un layout in linea con le strategie per determinare l'usabilità inerente risulti a prima vista di facile utilizzo.

Questi risultati mostrano che l'usabilità apparente è meno correlata con l'usabilità inerente che con l'estetica poiché il coefficiente di correlazione tra usabilità ed estetica ha un valore di .59. Ciò suggerisce che l'utente potrebbe essere fortemente influenzato dall'aspetto estetico dell'interfaccia anche quando cerca di dare una valutazione dell'interfaccia riguardo al suo aspetto funzionale. Kurosu e Kashimura conclusero che i designers di interfacce, non dovrebbero concentrarsi esclusivamente sul miglioramento dell'usabilità inerente, ma anche sull'usabilità apparente o gli aspetti estetici dell'interfaccia in quanto l'usabilità inerente è priva di senso per l'utente se il prodotto non è abbastanza attraente da spingerlo ad acquistarlo.

Figura 1

A sinistra un layout con punteggio alto su entrambe le dimensioni di estetica ed usabilità, mentre a destra un layout con punteggi bassi sia per l'estetica che per l'usabilità apparente.

( fonte: Traktinsky, 1997).

I risultati di questo esperimento potrebbero rappresentare una prova del fatto che l'estetica ha un'influenza positiva sull'usabilità, almeno per quanto riguarda il giudizio a priori dell'utente circa la facilità d'uso dell'interfaccia. In riferimento a quanto teorizzato da Norman ed esposto precedentemente si potrebbe affermare che l'uso di appropriati accorgimenti estetici in un artefatto può suscitare nell'utente uno stato d'animo positivo che influenza la percezione della facilità d'uso dell'artefatto stesso, e determina la formazione di un atteggiamento positivo nei confronti del sistema. Se cosi fosse, si tratterebbe di una conferma dell'esistenza di uno stretto rapporto tra forma e funzione di un artefatto come due componenti fortemente legate e indivisibili.

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