Varie ricerche confermano l'ipotesi che lo spatial encoding della lettura viene costruito come una rappresentazione mentale della posizione delle informazioni del testo. Tale collocazione include la posizione delle lettere nelle parole, delle parole nelle frasi e di queste nell'intero testo. Questa rappresentazione spaziale sembra essere d'aiuto al lettore durante la fase di comprensione, ad esempio aiutandolo a risolvere ambiguità sintattiche e lessicali (Lovelance & Southall, 1983). Ciò non significa che ogni informazione del testo sia spazialmente collocata, poiché questo richiederebbe una capacità di memoria illimitata, quanto piuttosto che i lettori sono attenti a memorizzare la posizione delle informazioni quando viene chiesto loro uno sforzo cognitivo maggiore rispetto alla semplice lettura, per esempio durante un compito di ricerca di un target.

La maggior parte delle informazioni spaziali tuttavia viene elaborata in modo automatico e inconsapevole, senza che l'attenzione venga diretta specificatamente a questo scopo. Per esempio, un soggetto è in grado di ricordare la posizione di un item all'interno di una lista indipendentemente dal fatto che, prima della fase di apprendimento, fosse stato o meno informato della presenza del compito di memoria (Mandler, Seegmiller e Day, 1977).

Varie caratteristiche differenziano una presentazione per pagine da una a scorrimento. In un ambiente in cui viene utilizzato lo scroll gli utenti hanno la possibilità di scorrere il documento dall'inizio alla fine, senza interruzioni, attraverso una barra di stato contenente una "scrolling box" che indica la posizione, rispetto a tutto il testo, della porzione di pagina attualmente visualizzata. Poiché la barra di stato rappresenta l'intero documento la posizione indicata dalla scrolling box è relativa. Lo scrolling permette all'utente di spostarsi velocemente all'interno del documento, senza dover aspettare tempi di caricamento di ulteriori pagine, ma procura solo un'idea approssimativa di dove è collocato, rispetto all'intero testo, ciò che al momento appare sullo schermo.

Un altro modo di muoversi attraverso un testo è la presentazione "paging", cioè pagina per pagina. Questo modo consente di "sfogliare" le pagine del documento, esattamente come avviene per le pagine di un libro, solo cliccando sui pulsanti indicanti la pagina precedente o quella successiva presenti a lato o sotto il documento.

Piolat, Roussey e Thunin (1997) hanno condotto due esperimenti, uno di lettura e uno di revisione e correzione del testo, allo scopo di valutare se la performance di lettura sia modificata dal tipo di presentazione del testo adottata e se queste eventuali differenze di prestazione influiscano sulla costruzione della rappresentazione mentale del testo stesso e sulla capacità degli utenti di rilevare velocemente ed accuratamente gli errori (quindi anche le informazioni d'interesse) all'interno del testo. I risultati di questo studio indicano che i tempi di lettura non vengono sostanzialmente modificati dalla presentazione di un testo in scrolling piuttosto che in paging. Tuttavia, i soggetti che hanno partecipato allo studio utilizzando la modalità paging ottengono nel compito di localizzazione di una frase all'interno del testo un punteggio significativamente migliore rispetto ai soggetti della modalità scrolling. Inoltre, per quanto riguarda la revisione del testo e la correzione degli errori, i dati indicano che non esistono differenze significative tra le due condizioni rispetto al tempo impiegato nella revisione, nonostante chi revisiona un testo "page" compia più regressioni. Anche la correzione degli errori di forma e di coesione non risulta significativamente differente nei due gruppi. Invece, per quanto riguarda gli errori di coerenza complessiva del testo, essi vengono rilevati e corretti significativamente più spesso se il testo viene presentato in formato page.

Anche i dati di Schwarz, Beldie e Pastoor (1983) confermano che i due tipi di presentazione non differiscono significativamente per quanto concerne i tempi di completamento dei compiti richiesti. Questa differenza, però, diventa significativa quando viene valutato il numero di errori. I risultati di quest'esperimento, quindi, dimostrano che la condizione paging è la migliore anche quando le pagine da valutare sono poche. Inoltre, in un compito di valutazione su scala Likert a sei punti la forma paging risulta la preferita per la lettura di un testo continuo.

Ci sono tuttavia alcuni studi che sembrano confutare la tesi di una miglior prestazione con i testi "paging" piuttosto che "scrolling".

Nimwegen, Pouw e Van Oostendorp (1999) sostengono che la modalità scrolling produce un vantaggio in termini di ricordo e di soddisfazione percepita dai soggetti, pur non essendo più usabile dal punto di vista della velocità di lettura.

Nonostante lo studio di Niemwegen et al., sembra sensato ritenere che lo scrolling peggiori le prestazioni dei soggetti perché tende a spezzare la percezione del layout spaziale della pagina. Infatti, lo scrolling modifica continuamente i rapporti topologici che intercorrono tra i vari oggetti e le coordinate di riferimento necessarie all'agente per apprendere e memorizzare la struttura del testo. Quindi, quando il testo viene scorso, i lettori hanno maggiore difficoltà a comprendere la struttura globale del testo stesso (una specie di "senso generale del testo"), quest'ipotesi spiegherebbe perché non sia il tempo di lettura a venir penalizzato da tale presentazione, ma il compito di revisione degli errori di coerenza, che richiede proprio la comprensione globale del brano.

Concludendo quindi possiamo dire che i soggetti che operano in un ambiente "paging" costruiscono rappresentazioni mentali migliori della struttura del testo, avendo così prestazioni superiori nei compiti di ricerca e correzione degli errori di coerenza, come se il ricordare "dove si trova nel testo" li aiutasse a ricordare il "cosa contiene il testo" (Baccino & Prynte, 1994).

Un'altra ipotesi plausibile è che la presentazione paging di un testo sia migliore perchè sfrutta meglio le caratteristiche proprie dell'ipertesto, permettendo all'utente di avere una rappresentazione gerarchica dell'informazione, laddove una presentazione scrolling permette una rappresentazione solo lineare.

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