Myers-Briggs Type Indicator (Myers, 1962).

A tal riguardo uno strumento per misurare le differenze individuali nell'acquisizione delle informazioni e nella loro elaborazione é il Myers-Briggs Type Indicator (Myers, 1962), test basato sulla tipologia Junghiana. Questa prova discrimina tra soggetti che sono "orientati dalla sensitività" da coloro che sono "orientati dalla intuizione" per quanto riguarda l'acquisizione delle informazioni.

Mentre i soggetti "orientati dalla sensitività" preferiscono problemi decisionali strutturati che necessitano procedure standard, rutinarie, ricorrendo ad informazioni dettagliate, i soggetti " orientati dalla intuizione" optano per problemi non strutturati. Quindi, la differenza sostanziale tra tali dimensioni, indipendenti tra loro, é il tipo di approccio che viene scelto nella valutazione delle informazioni: esso può essere "cognitivo" o " sensitivo".

In un esperimento i soggetti, partecipanti ad un master in Business Administration, venivano sottoposti prima al test "MBTI" e successivamente a un compito di simulazione al computer in cui era loro richiesto di prendere delle decisioni per minimizzare il costo complessivo di produzione. Da tale prova é emerso che la tipologia degli stili differenza gli individui di fronte a un compito di decisione (Davis, Grove, Knowles, 1990). Questi autori, inoltre, sostengono che tale tipologia possa essere considerata come una descrizione analogica dei differenti stili di decisione.

Le dimensioni sopra citate possono essere anche combinate tra loro e far risultare quattro tipi di stili: lo stile " Sensazione-pensiero", lo stile "Sensazione - Sentimento", lo stile "Intuizione - Sentimento" e infine, lo stile "Intuizione- Pensiero": ognuno di questi può essere predominante della personalità, dello stile cognitivo di una persona.

Alcune ricerche hanno mostrato che studenti con uno stile decisonale "intuizione-pensiero" hanno performance peggiori di quelli con uno stile centrato sulla " Intuizione-sentimento", a coloro che hanno uno stile "sensazione-pensiero" e quelli con uno stile predominante "sensazione-sentimento".

Adaption-Innovation Inventory (Kirton, 1976).

Un altro strumento per misurare le differenze negli stili cognitivi connesse alla creatività, problem solving e la presa di decisione é l'Inventory Adaption-: Innovation - KAI (Kirton, 1976).

Kirton suppone che gli individui si pongano su un continuum che va da uno stile adattativo estremo a uno stile innovativo estremo. Tale dimensione varia dall'abilità a "fare le cose meglio" - stile adattativo - a una abilità a " fare le cose in modo differente"- stile innovativo -, attraverso la misurazione del grado di facilita' o di difficoltà nel mantenere comportamenti adattivi e innovativi. Lo stile "adattativo -innovativo" é una dimensione base della personalità, rilevante nell'analisi del cambiamento dell'organizzazione rispetto cui alcune persone si caratterizzano nell'adattare, mentre altre nell'innovare. Per esempio si assume che "gli adattatori e gli "innovatori" abbiano differenti punti di vista e differenti soluzioni verso problemi di ordine amministrativo e organizzativo; ci si può aspettare che i soggetti con stile "adattativo" siano più abili nel trasferire una strategia di soluzione problematica ad un'altra.

Infatti, gli "adattatori" tendono, in modo estremo ad essere metodici, prudenti, disciplinati, rispettosi delle autorità dogmatici, avversi al rischio; questi personificano l'ideale "dell'uomo organizzatore" (Whytie, 1957) e fanno parte della cosiddetta "struttura burocratica" (Gerth e Mills, 1970).Gli "innovatori" al contrario tendono ad essere indisciplinati, flessibili non conformi all'autorità non convenzionali nel loro modo di pensare, amanti del rischio, irriverenti rispetto ad un punto di vista consensuale. Gli "innovativi" impersonificano la classica immagine del "creativo solitario" (Rogers, 1954) e dei cosiddetti intuitivi, "pensatori right-brain" (Torrance, 1982),

Le analisi fattoriali del "KAI" hanno suggerito una struttura tripartita rispetto all'assunzione precedente unidimensionale di tale test: il modello trifattoriale fortemente supportato (Hammond, 1986; Kirton, 1987).La struttura tripartita comprende:

  1. Sufficienza di originalità (misurata dalla "SO" sottoscala: item 2, 4, 10, 11, 12, 15, 17, 18, 20, 22, 23, 25, 30). Gli "adattatori" tipicamente presentano poche soluzioni, ma applicabili, ad un problema, mentre gli "innovatori" propongono molte possibili, ma impraticabili, soluzioni;

  2. Efficienza (scala "E": item 3, 13, 14, 16, 21, 24, 27). Gli "adattatori" preferiscono progredire in modo graduale e meticoloso rispetto ad una meta definita, mentre gli "innovatori" rigettano un'attenzione meticolosa verso i dettagli;

  3. Ruoli e Autorità (scala "R"; item: 1, 5, 6, 7, 8, 9, 19, 26, 28, 29, 31, 32). Gli adattatori preferiscono attenersi a comportamenti socialmente accettabili, mentre gli "innovatori" ignorano le norme e le convenzioni al punto di creare proprie regole (vd. Foxall e Hackett, 1992).

Relazione tra l'Embedded Figure Test e la dimensione "adattativa-innovativa" di Kirton.

Kirton (1976, 1977) ritiene che esista una caratteristica stabile che differenzia gli individui rispetto alla loro capacita' nell'assorbire le novità: possono conservare il paradigma esistente o ricostruirlo e riproporlo; questi due approcci estremi definiscono e distinguono rispettivamente i soggetti " adattatori" dai soggetti " "innovatori", come verrà descritto successivamente.

Un'analisi comparativa mostra come la teoria di Witkin (1950) e quella di Kirton (1976) presentino evidenze "prima facie" di una sovrapposizione di concetti come quello di "innovatore", che riesce facilmente a scomporre le figure di Witkin, ricercando lo stimolo target dato, con caratteristiche più "campo indipendenti", e quello di "adattatore" con caratteristiche più "campo dipendente".

È, pero', opportuno fare una distinzione tra i risultati emersi da soggetti maschi e femmine rispetto a questi due tests: emerge una relazione significativa tra il test KAI e L'Embedded Figure test solo per i soggetti maschi, mentre per le donne non si trova una correlazione significativa nella stessa direzione.

Ciononostante si può affermare che le differenze individuali che Witkin osservò, a livello percettivo, prevedono anche livelli cognitivi più complessi: i risultati supportano l'applicazione della dimensione "adattivo-innovativo" alla sua teoria.

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